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“Vieni Lenticchia, vieni a sederti qui, accanto a me”. Mamma coniglio, col suo sorriso dolce e gentile, invitò Lenticchia a sistemarsi a tavola, proprio accanto a lei.

Anche i fratellini del coniglietto corsero verso il tavolo del giardino, dove mamma coniglio aveva preparato una tavola imbandita piena zeppa di torte e di tutte le prelibatezze che il bosco aveva da offrire ai suoi abitanti.

“Tieni Lenticchia, assaggia questo dolce alla carota, è il nostro preferito”

Lenticchia senza pensarci due volte, ne addentò un bel pezzo, e leccandosi i baffi fece i complimenti a mamma coniglio per quel dolce così buono, che gli ricordava quelli che anche la sua mamma preparava ogni giorno per lui e per i suoi fratelli.

Dopo aver assaggiato un pasticcino e poi una torta gelato e poi ancora delle croccantissime patatine di carote, i due amici corsero al ruscello per giocare un po’ insieme.

Era così bello vedere Lenticchia ed il coniglietto mentre tutti intenti a rincorrersi, si schizzavano l’acqua e si facevano i dispetti, per poi ridere a crepapelle insieme.

Lenticchia ad un certo punto chiese al suo amico di mostrargli l’orologio. Avevano fatto così tante cose insieme che si chiedeva se il tempo si fosse davvero fermato, oppure se fosse andato avanti come al solito.

Il coniglietto tirò fuori da non si sa bene dove, l’orologio che portava sempre con se.

“Eccolo Lenticchia. Vedi, le lancette sono ferme. Quindi vuol dire che il tempo non è passato. Sai, quando stai bene in un posto, e con le persone che ami, il tempo smette di esistere e ciò che conta è solo il momento presente, quello che stai vivendo”.

“Mi piace questa cosa” disse Lenticchia. “a me capita spesso quando gioco con i miei amici al parco, dopo la scuola. Ce ne stiamo lì a giocare, a correre, a costruire castelli di sabbia nel parco oppure a raccontarci storie, e poi arriva la mamma che mi dice che è tardi e che dobbiamo tornare a casa per la cena, e invece a me sembra che siamo appena arrivati”.

Il coniglietto sorrise. Lenticchia era pronto, aveva imparato e visto ciò che doveva imparare e vedere della vita di lì, e ora poteva continuare il suo viaggio.

I due tornarono al sentiero principale. Prima di salutarsi il coniglietto raccolse qualcosa da terra. Era un piccolo quadrifoglio. “tieni Lenticchia, portalo sempre con te. E quando ti sentirai solo, oppure avrai paura, guardalo, pensa a me e ricorda i nostri giochi, le nostre risate e quanto ci siamo divertiti insieme. Ti voglio bene amico mio”.

Lenticchia e il coniglietto si abbracciarono, e con un po’ di tristezza nel cuore si salutarono, pur consapevoli che le loro vite sarebbero rimaste per sempre legate.

Q. Quadrifoglio. Piccolo e discreto si nasconde e non lo vedo, ma se all’improvviso lui compare, la fortuna presto appare.