Lavoro ormai da casa quattro volte a settimana, e penso che tutto sommato sta pandemia ha portato qualcosa di buono. Come per le lezioni di fitness da casa, di cui ho parlato nel precedente pezzo, credo che stare in lavoro agile abbia i suoi bei vantaggi.

Sicuramente, se non devo accompagnare mio figlio a scuola, la mattina posso alzarmi dal letto con calma, darmi una sistemata al volo e mettermi al PC per lavorare. Quindi niente corse verso l’ufficio, con l’ansia di arrivare tardi, niente ricerca disperata di un parcheggio libero per posteggiare l’auto, ma soprattutto, niente aria pesante che a volte si respira nell’ambiente di lavoro che frequento.

In pratica, sembra il paradiso! E un po’ lo è, se penso anche al fatto che in pausa caffè, invece di trascorrere del tempo a fare chiacchiere inutili, posso rilassarmi guardando fuori dalla finestra oppure mettere su un ottimo sughetto pomodoro e basilico in vista del pranzo, dimenticando per un momento quei cibi preconfezionati che a volte portavo in ufficio, solo perché non avevo voglia di cucinare la sera, vista la stanchezza della giornata che avevo sulle spalle.

Ora che ci penso, ma qualcuno di voi si è mai reso conto che avere un orario di pausa pranzo imposto, è un vero e proprio crimine contro l’umanità?!

Quante volte, in preda ad una fame fuori dal normale, mi sono ritrovata a fare due, tre spuntini mattutini, per poter tirare fino alle tredici e consumare finalmente il mio pranzo. Non sarebbe stato più rispettoso per il mio pancino, poter mangiare quando il mio fisico lo chiedeva? Ecco, questa è una cosa che proprio non mi va giù! Il mio capo può mangiare quando vuole, e io no.

Questa, e tante altre, credo siano le ingiustizie che subiamo quotidianamente e che in qualche modo non riusciamo più a vedere, come se fossimo diventati tutti dei sonnambuli che non sanno cosa stanno facendo e dove stanno andando. Basterebbe solo scrivere nel contratto di lavoro “avrai una pausa pranzo di un’ora, da pianificare liberamente nell’arco della giornata, quando il tuo corpo avrà bisogno di nutrirsi”…ecco, così mi sembra più umano, così mi sentirei davvero considerata come persona e non come un numero.

E dunque, secondo quanto succitato, si potrebbe proprio dire che lavorare da casa è davvero una figata…chiaramente se dall’altra parte ci sono persone che sanno ben separare il tempo del lavoro, da quello del non lavoro.

Alzi la mano, chi dall’inizio della pandemia o comunque da quando lavora agilmente, ha ricevuto una mail alle otto di sera oppure di sabato o domenica. Ragazzi, ma qua stiamo impazzendo!

Cioè, io voglio dire, di sabato o di domenica…! Ok che non si può andare al ristorante (anzi, ora sì), che si debba stare tappati dentro casa viste le restrizioni che ci hanno imposto, ma un filmetto alla TV, no?! Un pomeriggio di puro, sano e sfrenato sesso, no?! Un buon libro fra le mani, no?! E potrei andare avanti all’infinito, io, che ho riscoperto l’amore per il disegno, per la pittura (anche se le mie “opere” sembrano quelle di un bambino di tre anni) e per tutto ciò che avevo accantonato negli anni, in favore dell’ordinario, delle cose abitudinarie che poi rischiano di spegnerci, e infatti ora sono particolarmente accesa!

Ecco, questo è uno degli aspetti che odio di questo nuovo modo di lavorare. Non esiste più il confine fra il dovere ed il piacere, fra il lavoro e la vita privata, e la comprensione poi, quella è andata proprio a farsi benedire. Pare che ora abbiano tutti urgenza di chiudere i progetti il prima possibile, di archiviare le pratiche anche a distanza di pochi giorni dall’apertura, senza considerare minimamente che nel frattempo stai svolgendo attività anche per altri clienti e quindi….un attimo di calma gente!

Ma cos’è tutta questa agitazione? Boh, non so proprio rispondere, se penso poi che “fuori” le cose sono molto rallentate, non riesco proprio a darmi una spiegazione.

Sarà che siamo stanchi, stanchi di essere rinchiusi, stanchi di avere paura della paura, stanchi della confusione che ci trasmettono ogni giorno dal di fuori.

E allora, sì, lavorare da casa è una figata, ma solo se sai riconoscere il limite fra te e gli altri, solo se sai dire di no alle richieste assurde che provengono dall’ambiente esterno, riuscendo così a mantenere il tuo centro, senza farti risucchiare dal vortice di pazzia e insensibilità, che ci gira intorno.

Vi auguro allora giornate di sereno lavoro agile, con la speranza che anche voi possiate riscoprire i meravigliosi lati nascosti che vi abitano ed aprire gli occhi su tutto ciò che vi circonda.