Nell’articolo precedente, ho anticipato di cosa si occupa la Mindful Eating e di come fattori emotivi o ambientali e sociali, possano indurci alle volte a mangiare troppo ed in maniera incontrollata.
Dopo aver affrontato il tema della fame emotiva, proviamo ora a riscoprire il piacere di mangiare, fosse anche un cioccolatino, in maniera consapevole, portando la nostra attenzione al momento presente, senza giudicare e con gli occhi di chi vede per la prima volta, ciò che ha davanti.
Attraverso l’utilizzo dei nostri cinque sensi, osserveremo l’alimento che abbiamo scelto per vivere questa nostra esperienza, in un viaggio interiore che se ci lasceremo andare e saremo aperti alle immagini, ai ricordi, alle emozioni che emergeranno, ci lascerà senza fiato.
Che la magia abbia inizio.
Affidiamoci ai nostri cinque sensi
I nostri cinque sensi, vista, tatto, olfatto, udito e gusto, ci aiutano ad orientarci, a captare eventuali pericoli, a fare esperienza di tutto ciò che ci circonda e perché no, a ricordare attraverso gli odori, e saranno proprio loro a guidarci in questa meravigliosa esperienza.
Per vivere appieno questo momento, può essere molto utile ricorrere a quella che viene definita la mente del principiante, ossia di colui che non giudica, non sa, non ha aspettative e adotta un atteggiamento di apertura verso tutto ciò che lo circonda e lo abita.
La scelta del nostro alimento-esperienza
Prima di cominciare, vi invito a scegliere un alimento che utilizzeremo in questa sessione.
Potete scegliere un cioccolatino, una caramella, dei chicchi di caffè, un biscotto, insomma, ciò che più vi piace, e che avete voglia di esplorare in modo diverso questa volta…in maniera Mindful.
Si comincia!
Una volta scelto l’alimento, vi chiedo di posizionarlo davanti a voi e di cominciare ad osservarlo…
Senza alcuna fretta, vi chiedo di portare la vostra attenzione a ciò che stiamo vivendo.
1. Vista. Osserviamo con attenzione, ciò che abbiamo scelto di mangiare. Guardiamolo bene. Cogliamone il colore, la forma, come è la superficie, la sua dimensione e proviamo a capire se ciò che stiamo osservando suscita in noi delle emozioni, dei ricordi, senza mai giudicare ciò che accade al nostro interno. Osserviamo l’alimento che abbiamo scelto, come se lo stessimo vedendo per la prima volta. Che effetto ci fa? Cosa ci ricorda?
Prendiamoci del tempo per sentire tutto ciò che accade dentro di noi, senza alcuna fretta, senza dover raggiungere un risultato, senza aspettative.
2. Tatto. Dopo aver osservato il nostro alimento, proviamo ora a prenderlo in mano, testandone la consistenza con le dita. Potrebbe essere morbido oppure compatto e duro. Potrebbe avere una superficie ruvida o liscia… anche in questo caso, proviamo a capire se qualcosa ci torna alla mente.
Prendiamoci del tempo e stiamo con ciò che emerge dal nostro interno, che siano immagini, ricordi, sensazioni…
3. Olfatto. Ora che teniamo in mano ciò che abbiamo scelto per vivere la nostra esperienza, avviciniamolo al naso e cominciamo ad annusarlo. Di cosa sa? A cosa ci fa pensare? Riusciamo a coglierne l’odore, a riconoscere i vari ingredienti di cui è composto? E ancora, in maniera non giudicante, proviamo ad osservare ciò che accade al nostro interno e lasciamo andare ogni emozione o pensiero che emerge.
4. Udito. Qua potrebbe essere un po’ più complesso, lo ammetto. Non sempre infatti il cibo emette dei rumori, e se non dovesse produrne, potremmo chiederci come è stare con l’assenza di rumore… Cosa scatena dentro di noi questa assenza? Se abbiamo scelto ad esempio delle patatine, ci potrebbe venire in mente la busta della confezione che le contiene, quando la scartiamo e quindi il rumore dell’involucro all’atto dell’apertura della confezione.
Lasciamo che il nostro mondo interiore ci mostri immagini, faccia riaffiorare emozioni e ricordi e accogliamo tutto, perché tutto fa parte di noi.
5. Gusto. A questo punto, sarà arrivato il momento di avvicinare ciò che abbiamo fra le mani, alla nostra bocca.
Proviamo a sentire che effetto fa avvicinando il nostro alimento alle labbra e soprattutto proviamo a capire se dentro di noi avvertiamo l’urgenza di morderlo e anche in questo caso, non giudichiamoci se ci sentiamo impazienti e lasciamo andare.
Poi, con calma, quando ci sentiamo pronti, possiamo mettere in bocca l’alimento che abbiamo scelto e percepire cosa accade: se si scioglie a contatto con la nostra saliva, se, mordendolo si frantuma rilasciando tanti piccoli frammenti… poniamo l’attenzione sull’esperienza e su tutto ciò che accade dentro di noi.
Poi, solo quando ci sentiremo davvero pronti, potremo ingerirlo, e anche in questo caso, cogliere cosa resta in bocca, che sapore ci ha lasciato e cosa ci ricorda o a cosa ci fa pensare.
Nessun giudizio, niente da combattere…tutto è parte di noi
Come abbiamo visto, è possibile mangiare in maniera consapevole, accogliendo le emozioni, le immagini, i ricordi, che via via emergono dal nostro interno, senza giudicarle o giudicarci, senza restare “fissi” ed ancorati a ciò che stiamo vivendo.
È meraviglioso vedere passare nella nostra mente i ricordi, o avvertire delle sensazioni corporee e ricondurle esattamente a ciò che sta accadendo in quel preciso momento.
Molto spesso approcciamo ad esperienze presenti, sulla base di un vissuto passato, distorcendo la realtà e tutto ciò che il qui e ora ha da offrirci.
Riuscire a staccarci dal nostro passato, disinnescando il pilota automatico, è l’unico modo che abbiamo per ritrovare il nostro Centro e il nostro benessere.
Nessuna emozione è un mostro da combattere, ma energie che ci abitano e che hanno urgenza di dirci qualcosa, sta a noi rimanere in ascolto.