Scendo dalla macchina e come sempre sono di corsa.

Corro per andare in ufficio, corro per andare dalle amiche, corro per tornare a casa da mio figlio..corro così tanto che ormai ho rinunciato anche alla palestra, tanto mi tengo in forma così.

Come dicevo, scendo dalla macchina e stavolta vado verso la pizzeria.

Questa è una di quelle sere in cui sono da sola e non ho alcuna voglia di cucinare.

La pizza quindi è un’ottima soluzione.

Lei, la pizza, così bistrattata dai nutrizionisti, anche se per finta ti dicono “sì, signora, una volta alla settimana può mangiarla” e dentro di loro pensano che così facendo non dimagrirai mai e continuerai ad andare a vita da loro… ma dicevo, la pizza, così bella ai miei occhi, così tonda e perfetta come la luna quando è piena, o come il sole o come il ventre delle donne incinte, la pizza è la compagna ideale quando vuoi coccolarti e stare un po’ con te stessa.

Dunque, mentre corro verso la pizzeria, i miei occhi si posano su qualcosa a terra, che oscilla leggermente al vento.

Mi avvicino ancora un po’, e accanto alla porta di ingresso del locale trovo un palloncino bianco con un enorme cuore rosso, all’interno del quale c’è scritto San Valentino.

Il cuore comincia ad andare a mille.

Entro in pizzeria, ma non raccolgo il palloncino, anche se continuo a pensarci… Dio, quanto il pensiero di quel palloncino non mi ha abbandonata neanche per un attimo.

Qualche giorno fa è stato San Valentino.

Ho pianto tanto qualche giorno fa (a San Valentino).

Quel pianto inconsolabile che passa solo perché poi alla fine ti addormenti senza forze, col petto che fa male e con le lacrime che ormai hanno completamente inzuppato il cuscino.

Ho pianto tanto qualche giorno fa (come accade spesso, da quando non ci sei più).

Qualche giorno fa, il giorno di San Valentino, ho assistito ad una incessante e commovente processione di uomini, mariti, padri, amanti, figli, che entravano ed uscivano dai fiorai per acquistare un fiore per la propria o le proprie donne.

Ho pianto tanto quando ho visto questa schiera di uomini che ancora trova il tempo per fermarsi, comprare un fiore e donarlo, quale simbolo del loro amore.

È vero, piango spesso da quando non ci sei più, ma solo perché la mia condizione di essere umano mi impedisce a volte di guardare oltre, oltre quel velo che ci divide, oltre quella soglia che riesco ad attraversare solo quando la sofferenza apre un varco dentro di me e mi permette di vedere col cuore.

È lì che ti vedo, è in quella dimensione che noi due continuiamo a parlare e a ridere insieme e io a stressarti e te a fare finta che scappi.

Esco dalla pizzeria e quel palloncino è ancora lì, e sta aspettando me.

Mi chino e delicatamente lo raccolgo, e come una bambina felice, lo porto a casa.

Nonostante le mie resistenze, ho imparato a cogliere i segni, quel meraviglioso, sottile linguaggio d’amore, che lega le persone oltre la soglia della morte.