Eccoci qua. Affrontiamo uno dei grandi temi dei nostri tempi: l’inglese.

Alzi la mano chi ha cominciato a studiare inglese alla scuola elementare e più o meno, con alti e bassi, fino all’università e oggi si trova un tantino in difficoltà con questa lingua, che dovrebbe unire tutti i popoli del mondo, ma che, almeno per quanto riguarda l’Italia, risulta ancora uno scoglio piuttosto difficile da superare?!

Dicevamo. Alzi la mano chi… presente!

Personalmente, ho cominciato a studiare inglese alle elementari, con la maestra Emanuela, ancora me la ricordo, e dopo tanti anni, mi ritrovo alle prese con una lingua che non conosco ancora molto bene.

Il problema è sorto nella mia attuale professione. Per anni ho seguito solo lavori di competenza del comparto aziendale italiano e oggi mi trovo davanti ad una nuova sfida: il comparto estero.

Confesso che non parto da zero con la conoscenza di questa lingua, ma riconosco anche che il mancato “allenamento” quotidiano, mina parecchio le capacità dialettiche e di utilizzo dell’inglese.

Laddove, nella scrittura ci vengono in soccorso strumenti come Google Traduttore o Context.reverso (che adoro), per quanto riguarda la parte dello speaking può esserci ancora qualche difficoltà, superabilissima facendo dei viaggi, conoscendo gente etc.

Per cercare così di “recuperare” il tempo perso, ho fatto un attimo mente locale e mi sono chiesta “ma tu, da dove (come) hai cominciato?” ed in un baleno ho avuto l’immagine di mio figlio all’open day di inglese di qualche mese fa. Non chiedetemi perché ho fatto questo collegamento, ma va bene così.

Gabriele, cinque anni di meravigliosa essenza divina, buttato in un contesto a lui sconosciuto e con una tipa che gli parlava solo in inglese… potete immaginare i pianti che si è fatto.

E allora mi sono detta “No, ci sarà un altro modo meno traumatico”.

Guardo verso la libreria che ho accanto al divano in soggiorno e noto lì, zitto zitto ed ancora incartato con la plastica, un libro che avevo acquistato almeno almeno sei anni fa.

A Christmas Carol.

Rimuovo delicatamente l’involucro esterno in plastica che avvolge il libro.

Sfioro con le dita la copertina semi-rigida.

Sfoglio a caso delle pagine e mi lascio travolgere dal profumo intenso e magico della carta stampata.

Chiudo gli occhi per qualche minuto.

Li riapro e comincio a leggere dall’inizio il libro.

Leggo con un tono di voce non molto alto, diciamo il giusto volume che mi da modo di sentire l’eco delle parole che pronuncio. Fantastico! Avevo dimenticato la bellezza di leggere un libro in un’altra lingua, la “fatica” che diventa scoperta, ad ogni nuova parola incontrata, e il resistere nell’utilizzare il traduttore, cogliendo il senso di ciò che si sta leggendo.

Ecco” mi sono detta “questo può essere uno dei modi migliori per approcciare o ri-approcciare ad una lingua diversa dalla propria lingua madre”.

Devo dire che il libro, così come si presenta è davvero strutturato bene.

Ci sono schede con degli esercizi grammaticali, schede di comprensione del testo e tante tante parole, in grado di arricchire il proprio vocabolario personale.

Facendo una pausa dalla lettura, sono andata a visitare la pagina Web https://www.blackcat-cideb.com/it ed ho trovato una serie di titoli davvero interessanti.

Per ogni livello di inglese (e anche di altre lingue) ci sono dei testi dedicati, e ogni libro dispone anche di CD per la parte di listening.

Chiaro, ci sono anche titoli che si possono acquistare online, perché come direbbe Barbablù, siamo nel 2023 (ci siamo capiti), e questo lo lascio scoprire a voi, ma per me che sono un’amante viscerale della carta stampata, c’è da impazzire rispetto alla vasta scelta, offerta da questa azienda.

E come ogni giorno mi chiedo “cosa hai imparato oggi?”, posso dire di aver imparato ancora una volta quanto è magnifico non fermarsi dinanzi ad una difficoltà, e trovare sempre la strada “giusta” per fare un passo avanti.