Ben-Essere

“Sono” o “Penso di essere”?

By Aprile 12, 2021Maggio 1st, 2021No Comments

L’altro giorno, all’ennesima discussione avuta con mia madre, all’ennesimo giudizio che mi è piovuto addosso, mi sono fermata e mi sono fatta sta domanda: “Sono, oppure Penso di essere?”.

Caspita, non avevo mai notato la differenza sostanziale fra l’Essere ed il Pensare di essere qualcosa o qualcuno.

Nel primo caso, Essere, ti inchioda ad una condizione nella quale non hai scampo. Cioè, sei certissima di essere in un modo e non c’è nulla che possa modificare questo stato.

E’ vero, nel precedente scritto, Siamo come Siamo, asserivo che accettare di essere come si è, rende liberi, perché non c’è giusto o sbagliato, buono o cattivo etc., ma qua si tratta di aggettivi, di etichette che gli altri ti attaccano addosso e che poi piano piano ti entrano dentro e tu ti ci identifichi.

Nel Siamo come Siamo, c’è dunque una sorta di pace interiore che riguarda noi stessi, me con me.

Nella discussione avuta con mia madre, e in tutti gli aggettivi che mi ha affibbiato, ci sono io e c’è lei (anche se credo fermamente che gli altri ci rimandino solo ciò che pensiamo di noi stessi, dandoci la possibilità di VEDERE e di avere finalmente gli occhi aperti, per fare un passo avanti), e c’è il mio essere nervosa, antipatica e cattiva. Di fatto, appunto, adesivi che ti si appiccicano, e non l’essenza dell’Anima.

Ho ripetuto dentro di me quelle parole. Mi sono detta “Sei così e così e così“, poi ad un tratto ho avuto un’intuizione: Sono o Penso di essere?

E’ vero, in tutti questi anni, le parole, soprattutto quelle di mia madre, mi sono entrate dentro e ho finito per crederci davvero. Ho finito per credere di essere sfigata, perché la vita mi ha dato dolori immensi, ai quali difficilmente si può sopravvivere…però io sono sopravvissuta!

E allora, non è vero che Sono, bensì Ho pensato di essere in un modo, piuttosto che in un altro, lasciando che certi giudizi si impossessassero di me, fino a convincermi che fosse la verità.

Io sono pura Anima e nient’altro. Tutto il resto sono sovrastrutture, preconcetti, luoghi comuni che ingabbiano. Ritrovo un senso di pace e leggerezza dentro di me, ed il più bel sorriso che potesse nascere sulle mie labbra, finalmente compare.