Torno dopo qualche giorno di assenza, e torno raccontandovi ciò che sta lentamente cambiando, rispetto al passato.

Ho ricominciato a sentire il sapore del cibo e finalmente l’odore di mio figlio, che era la cosa che più di tutti mi mancava e mi faceva soffrire.

Il sapore che ho sentito per primo è stato quello del tonno in scatola ripassato nel sugo fatto da mia madre. Chiaramente l’accostamento non è eccezionale: una cosa industriale con un’altra decisamente sana e casalinga, ma questa è la modernità e diciamo che mi piace parecchio. Mi piace poter accostare due cose apparentemente opposte, che poi ti accorgi che tanto opposte non sono e alla fine si sposano bene insieme.

E’ stato solo grazie a mio figlio Gabriele, che puntualmente lascia qualcosa nel piatto (tale madre, tale figlio), che ho scoperto di sentire nuovamente i sapori.

Guardavo quei fusilli tutti belli intrisi di sugo, e quei pezzettini di tonno qua e là nel piatto che mi dicevano “dai mangiami” e mi sono detta “vabbe, assaggiamo un pò”, e come per magia: il tonno! il sugo! il sapore della pasta integrale!

Credetemi, sembravo una bambina impazzita!

Ho imparato, nei giorni scorsi, quando nulla aveva senso e sapore, a fidarmi di chi mi stava accanto. Chiedevo a mio padre che sapore avesse il primo sale di formaggio, per vedere se la memoria riusciva a riportarmi a quando ero piccola, a quando seduta sul trattore di mio zio, andavo dai suoi animali e lì, nel piccolo magazzino accanto alla stalla, gustavo un primo sale appena fatto che era epocale!

Ma niente, gli aggettivi utilizzati da mio padre non mi hanno aiutata molto. Si è sforzato di fornirmi un’accurata descrizione, questo devo riconoscerglielo, ma o il primo sale era talmente industriale (però mi pareva di averlo preso al supermercato bio) oppure a mio padre bisogna impartire qualche ripetizione di mindful eating.

Certo è, che la cosa più sensazionale è stata sentire l’odore di mio figlio. Stava dormendo in braccio a me, quando improvvisamente ho poggiato il mio naso fra i suoi capelli. Che figata ragazzi!

Ammetto che per via di Corona non gli faccio il bagnetto da 4 giorni, ma credetemi, quell’odore di letto misto ad assenza di shampoo prolungata, ha richiamato alla mia mente quelle mattine quando ti alzi e hai i capelli un pò umidicci per via di una notte trascorsa, che è stata più calda del solito…a qualcuno potrà fare schifo, ma a me ha fatto venire in mente le coccole, e tutto l’amore che c’è. Prometto che stasera lo infilerò nella vasca!

Sentire di nuovo significa rinascere, fiorire ancora. Sentire i profumi significa lasciare che ciò che ti sta intorno scriva pagine per te, sulla tua pelle, nelle tue vene.

Mi sono fatta il giro del giardino alla riscoperta del profumo delle violette, delle margherite. Mi sono avvicinata al cespuglio del rosmarino e m’è venuto in mente il pollo al forno di mia madre.

Non avrei mai pensato che quest’esperienza, che per certi versi è stata davvero dura, potesse aiutarmi a ritrovare nelle cose semplici, in ciò che mi circonda quotidianamente, tutta la mia vita.

E’ vero, non esistono solo i nostri cinque sensi, c’è molto, molto di più, e proprio quando dentro di noi qualcosa si mette in pausa, le risorse che ci abitano cominciano a muoversi e a muoversi e a muoversi… riattivando parti di noi che si erano assopite.

Continuo a vivere e ad osservare ciò che accade, emozionandomi ancora davanti ad un piatto di fusilli al sugo, col tonno industriale, e annusando i capelli non proprio puliti di mio figlio.