Acquisto dalla Casa Editrice Logosedizioni, che sta chiudendo, una serie di albi illustrati, “per salvare un po’ di bellezza” mi sono detta, “per non mandare sprecato neanche un briciolo di cultura e di letteratura”, ma mai avrei pensato che l’amore per i libri che provo da sempre, mi avrebbe riservato questa piacevole sorpresa.
Fra i titoli acquistati, ecco che compare un mini libricino, di quelli piccoli piccoli che sta tutto in una mano.
Amore diverso, di Ana Juan.
Poche parole, immagini che scavano dentro.
“All’amore”. Questo è stato l’inizio di un viaggio straordinario che ho fatto dentro me stessa, perché i libri, quelli scritti bene e illustrati altrettanto, ma soprattutto donati al mondo col cuore, ti permettono questo.
È la storia di una donna uccello, che si sente bella e amata fino a quando il suo uomo è lì con lei, ma basta che questo veda un’altra donna e se ne innamori, che la donna uccello comincia a sentire il dolore di quell’abbandono.
Non si sente più bella. Non si sente più donna…fino a quando un giorno, quel dolore la spinge talmente in basso, che lei non può fare altro che spiccare finalmente il volo.
Detta così può sembrare una storia come tante, e invece non lo è.
Ho imparato negli anni ad entrare nelle illustrazioni. A spingermi nel profondo del racconto grazie alle immagini, che spesso comunicano più di mille parole.
E così ho fatto caso che nella prima tavola, la donna uccello era seduta sulle gambe del suo uomo, e i suoi occhi brillavano di gioia e di felicità.
Poi, osservando meglio, mi sono accorta che quella luce era legata alla visione di un uccello che le volava libero incontro, mentre a terra, un altro era ancora chiuso nella sua gabbia, quella stessa gabbia che nella penultima tavola si sarebbe aperta, permettendo anche a lui di spiccare il volo.
È da lì che la donna uccello, con un fiammifero in mano, dà fuoco a tutto ciò che era passato, per provare anche lei “ad essere l’uccello che non era mai stata”.
Cosa ci lega così tanto a qualcuno (o a qualcosa)?
La capacità che l’altro ha, di restituirci l’immagine di chi siamo veramente, rimettendola nelle nostre mani, e questo libera. Libera noi dall’attaccamento e dalla dipendenza e l’altro da quell’investitura così pesante, che gli toglie il fiato.
“All’amore” che non ingabbia, ma libera.